Asgi ha preparato questo comunicato contro gli attacchi del governo e della stampa ( di destra e non solo) contro la giudice del tribunale di Catania Apostolico e contro chiunque si batta contro le politiche di questo governo contro gli immigrati.
Care amiche e cari amici,
gli attacchi politici e mediatici alla giudice catanese di questi giorni ci hanno spinto a dare, come giuriste e giuristi, una risposta netta, perché ci pare che quanto sta accadendo non debba essere ignorato e tollerato.
Abbiamo quindi elaborato l’appello che riportiamo qui di seguito e che pubblicheremo a breve sul sito di IEN. Prima di diffonderlo per adesioni esterne e dargli maggiore visibilità, lo condividiamo con i soci e le socie di Rete per l’uguaglianza e la comunità di IEN.
Chi volesse aderire prima che l’appello sia diffuso può mandare una mail entro le 14 di oggi, indicando nell’oggetto il titolo dell’appello “Soggetti soltanto alla legge” e nel corpo del messaggio il proprio nome e cognome, la propria qualifica e la sede (foro o Università o Tribunale etc) all’indirizzo email reteperluguaglianza@gmail.com. Sarà in ogni caso possibile, con le stesse modalità, aderire anche successivamente.
Un caro saluto
Il Direttivo di Rete per l’uguaglianza
SOGGETTI SOLTANTO ALLA LEGGE
Appello di giuristi e giuriste in difesa dello stato di diritto
Come giuristi e giuriste esprimiamo il nostro più vivo sconcerto nel rilevare il comportamento di alcuni organi di stampa e di alcune personalità politiche – queste ultime anche con importanti incarichi di governo – in risposta a recenti provvedimenti giudiziari in materia di immigrazione, con i quali non è stato convalidato il trattenimento di immigrati irregolari ed è stato disposto il loro immediato rilascio per mancanza dei presupposti di legge. Anziché argomentare in punto di diritto perché i provvedimenti in questione sarebbero, a loro avviso, errati, costoro hanno avviato indagini sui giudici interessati, al fine di diffondere presunte “prove” della loro mancanza di imparzialità.
Riteniamo questo atteggiamento di inaudita gravità.
Come noto, la Giudice di Catania (ma analogo discorso potrebbe farsi per il caso di Firenze) ha ritenuto, con una specifica motivazione, che le norme di legge nazionale (e i conseguenti atti amministrativi) rilevanti nella vicenda sottoposta al suo esame fossero in contrasto con il diritto dell’Unione Europea.
In tali casi il giudice è tenuto a dare una interpretazione delle norme interne conforme al diritto europeo e, ove ciò non sia possibile, a dare applicazione a quest’ultimo, “disapplicando” la norma nazionale.
Si tratta di una eventualità verificatasi frequentemente nel recente passato, specie in materia di immigrazione e la cui correttezza – peraltro fondamentale per garantire l’esistenza della “casa comune” europea – ha trovato ripetuta conferma da parte dei giudici superiori (Corte di Cassazione, Corte Costituzionale, Corte di Giustizia dell’UE).Non si può quindi qualificare la vicenda come una sorta di ribellione del giudice alle decisioni della maggioranza parlamentare o al governo, poiché, quando la nostra Costituzione impone al giudice di essere soggetto soltanto alla legge (art. 101 Cost.), si riferisce anche al diritto dell’Unione Europea. Spiace che personalità politiche, chiamate a occuparsi della cosa pubblica, ignorino queste basilari nozioni di diritto.
Naturalmente si può ritenere che il giudice in questione abbia errato nell’interpretare il diritto nazionale o quello europeo e a tal fine è previsto il controllo della Corte di Cassazione alla quale il Governo ha diritto di rivolgersi. Quel che è certo è che non si può gettare discredito sul giudice attingendo a eventi che nulla hanno a che vedere con la decisione. E questo vale tanto più se tali eventi, come nel caso della Giudice di Catania, consistono nella partecipazione a una manifestazione della società civile, regolarmente autorizzata e volta a difendere il diritto (riconosciuto dalla legislazione nazionale e sovranazionale), di decine di migranti, trattenuti da giorni su una nave, di sbarcare a terra per avere la possibilità di proporre domanda di protezione internazionale.
È ancor più grave che in quest’opera di discredito si utilizzino immagini risalenti ad anni addietro, il che fa temere che vi siano soggetti che archiviano, senza alcuna autorizzazione, informazioni sensibili sulla vita e le opinioni delle persone.La tutela dell’indipendenza dei giudici passa anche dal rispetto di elementari principi dello stato di diritto.
Manifestiamo quindi la nostra piena solidarietà ai giudici coinvolti in queste vicende e sollecitiamo una presa di coscienza collettiva che riporti serietà e rispetto nel dibattito pubblico, unica strada per avviare a soluzione le sfide che l’Italia deve affrontare, prima fra tutte quella della migrazione.
Laura Curcio già magistrata, Corte di Cassazione
Federico Grillo Pasquarelli, magistrato, Corte d’appello di Torino
Elisabetta Tarquini, magistrata, Corte d’appello di Firenze
Alberto Guariso, avvocato, Foro di Milano
Marzia Barbera, docente, Università di Brescia
Maria Grazia Militello, docente, Università di Catania
Maura Ranieri, docente, Università di Catanzaro
Lisa Amoriello, avvocata, Foro di Pistoia
Marina Capponi, avvocata, Foro di Firenze
Francesco Rizzi, avvocato, Foro di Brescia
Letizia Mancini, docente, Università di Milano
Silvia Borelli, docente, Università di Ferrara
Olivia Bonardi, docente, Università di Milano
Potete inviare il vostro nome ( o/ e quello dell’associazione)
all’ avvocata Nazzarena Zorzella