Anche Femminile Maschile Plurale aderisce insieme a donne, associazioni, collettivi, all’appello promosso da 80 associazioni di donne e del terzo settore, tra cui reti come Donne per la salvezza, Le Contemporanee, l’Asvis (alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) , Fuori Quota, Soroptimist International Italia, Rete per la parità, Casa Internazionale delle Donne Roma, Associazione Orlando Bologna, Differenza Donna, Pangea, Be Free e molte altre.
L’appello ha già trovato risposta dalla Farnesina. In queste ore una delegazione delle organizzazioni è stata ricevuta al Ministero degli Esteri grazie all’intervento e alla disponibilità del Sottosegretario Benedetto Della Vedova e di alcuni funzionari che hanno partecipato all’incontro.
Le associazioni hanno messo in fila una serie di domande aperte e di richieste concrete.
Il ministro degli Esteri Di Maio ha dichiarato che l’Italia accoglierà 2500 afgani e famiglie che hanno collaborato col nostro Paese. Ma ci si attende che l’Italia faccia come Gran Bretagna e Canada, che hanno già annunciato di voler accogliere nei prossimi mesi e anni almeno 25 mila migranti afghani.
Servono numeri concreti e occorre che l’Italia faccia da apripista in un momento molto complicato in Europa, in cui il tema migratorio è sempre un nervo scoperto.
Di seguito il testo dell’Appello:
Al presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana Mario Draghi
al Ministro degli Esteri della Repubblica Italiana Luigi Di Maio
alla Ministra dell’Interno della Repubblica Italiana Luciana Lamorgese
e pc alla Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen
e pc al Presidente del Parlamento Europeo David Maria Sassoli
17 agosto 2021
La fuga occidentale da Kabul e l’avvento dei talebani, nuovamente forza al comando in Afghanistan, sono la dimostrazione di un fallimento per il quale occorrerebbe aprire una seria autocritica anche in Italia, fra tante forze politiche che hanno sostenuto la guerra come strumento per esportare la democrazia.
Oggi la preoccupazione di chi ha a cuore i diritti umani e la salvaguardia della vita di tutti i civili, specie di quelli più a rischio, come donne e bambini, sta raggiungendo il suo culmine.
*Noi donne e cittadine dobbiamo fare rete contro ogni violenza e ogni guerra*
Sono nostre sorelle il cui destino è di nuovo consegnato a un indicibile orrore. Non lo possiamo e non lo vogliamo più accettare. L’Europa deve reagire, l’Italia deve agire. Quello che urge adesso è consentire a più donne, ragazze e bambine/i possibile di mettersi in salvo in queste ore in cui le maglie del controllo talebano sono ancora slabbrate. E sostenere chi decide di rimanere a lottare nel proprio paese, garantendo il monitoraggio internazionale sui diritti umani e delle donne in particolare.
*Canali legali e sicuri di accesso*
Tutte le firmatarie, organizzazioni e libere cittadine insieme, chiedono che vengano immediatamente attivati dal nostro Paese e dall’Unione europea corridoi umanitari celeri ed efficaci per portare in salvo le molte persone che in queste ore si accalcano, anche perdendo la vita, lungo strade e aeroporti, per tentare di sfuggire alle milizie talebane.
*Devono essere messi a disposizione tutti i posti e le competenze necessarie*
Le organizzazioni firmatarie, e le/i singoli che possono farlo, si mettono a disposizione dello Stato e dell’Unione europea per contribuire ad ospitare chi è costretto a fuggire trovando per esse/i alloggi e ristori integrativi rispetto a quelli già inseriti nel sistema di accoglienza, nonché percorsi formativi e lavorativi che consentano loro una libertà e una sicurezza di lunga durata; e per contribuire a creare le condizioni per aiutare e salvare le donne in Afghanistan. Ogni vita salvata dalla violenza è una vittoria per qualsiasi democrazia degna di questo nome.
Bisogna fare tutto e occorre farlo adesso.
Le adesioni possono essere inviate a:
afghanistan@donneperlasalvezza.it
ass.orlando@women.it
redazione@manifestolibri.it
Leggi l’aggiornamento con il report dell’incontro delle associazioni alla Farnesina e una lista delle prime aderenti.