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Giustizia sociale e ambientale devono camminare assieme

Giustizia sociale e ambientale devono camminare assieme: le misure per il contrasto della crisi climatica, per la transizione ecologica e la sostenibilità ambientale, per la trasformazione energetica devono favorire, anche nel breve termine, le fasce più deboli e vulnerabili della popolazione.

Quando l’energia è una questione di diseguaglianze e giustizia sociale

Alcune riflessioni documentate a proposito del caro bollette e della povertà energetica, di sprechi e speculazioni

Riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Marina Mannucci, storica collaboratrice dei nostri giornali, e attivista nel campo dei diritti umani e della emergenza ambientale.

In Italia e nel mondo, molte persone vivono in povertà energetica. Nel pensiero comune i temi legati all’energia sono collegati a una questione tecnica, che deve essere trattata, prevalentemente, da esperti. Non è così. La maniera in cui produciamo e usiamo l’energia rappresenta il nostro modo di vivere e anche il grado di democrazia della società in cui viviamo.

Ricerche aggiornate riportano che, nel mondo, una persona su sette non ha la possibilità di usufruire dell’elettricità e che 3 miliardi di persone non hanno accesso a riscaldamento e cottura dei cibi. In Italia 2,2 milioni di famiglie non hanno i mezzi per procurarsi un paniere minimo di beni e servizi collegati all’energia e quindi sono persone in povertà assoluta in quanto private delle condizioni minime per una vita dignitosa. L’utilizzo dell’elettricità dovrebbe essere garantito come principio costituzionale ineludibile ma i numeri indicano un progressivo aumento di povertà energetica.

Livio de Santoli, prorettore per la sostenibilità della Sapienza di Roma e presidente del Coordinamento delle associazioni che si occupano di rinnovabili, nel libro Energia per la gente. Il futuro di un bene comune (Castelvecchi, 2021) affronta il tema del passaggio indispensabile verso un’energia democratica e comunitaria.
L’autore, oltre a mettere in luce l’autoritarismo dell’attuale modello energetico basato su fonti fossili, inquinante, predatorio e ad alto immobilizzo di capitali per gli investimenti necessari, afferma che solo una transizione verso un modello energetico caratterizzato da fonti rinnovabili e dalla eliminazione delle fonti fossili può condurci verso una società più giusta e più libera.
De Santoli suggerisce due punti indispensabili per una rivoluzione energetica: l’uso di fonti rinnovabili e la realizzazione di comunità dell’energia attraverso le quali individuare obiettivi comuni e sviluppare responsabilità sociali. Grazie a questo nuovo modello energetico, le persone, oltre a consumare energia, si impegneranno a produrne; un esercizio di partecipazione attiva, non passiva.

Crisi Energietica Povertà 1

Con il progressivo sviluppo di comunità energetiche si passerebbe, inoltre, dallo spreco di risorse alla loro valorizzazione, dalla proprietà al bene comune e a una conseguente ridistribuzione della ricchezza anziché la sua concentrazione in poche mani. Nel libro vengono considerate anche le misure di contrasto alla povertà energetica che non possono continuare a essere intese come forme di sussidio emergenziale ma dovranno attenere a sistemi strutturati, come ad esempio l’utilizzo di una imposta di scopo. Se i tributi/tasse sono prelievi coattivi di ricchezza su cittadine/i contribuenti con lo scopo di finanziare opere di interesse comune, il contrasto alla povertà energetica deve essere considerato alla stessa stregua di un’opera pubblica.

L’autore parla anche della necessità di un profondo rinnovamento del modello formativo delle nostre scuole e delle nostre università. L’attenzione all’energia offre una prospettiva diversa: quella di uno studente partecipante attivo della propria educazione e quella di un insegnante partecipante attivo del proprio insegnamento.
I contenuti del libro Energia per la gente sono un corredo di informazioni utili a un’analisi del problema del caro-bollette: 55 per cento di rincaro per l’elettricità e 41,8 per cento del metano dal primo gennaio. 
La legge di Bilancio, approvata in via definitiva dalla Camera nella seduta del 30 dicembre 2021, è intervenuta nel contenimento degli aumenti dei prezzi nel primo trimestre 2022 attraverso questi provvedimenti: la conferma dell’azzeramento degli oneri generali di sistema applicato alle utenze elettriche domestiche e alle utenze non domestiche in bassa tensione, per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW e la sostanziale riduzione degli oneri per le restanti utenze elettriche non domestiche; la riduzione dell’Iva al 5% per il gas naturale, per tutte le utenze; l’annullamento, già previsto nel IV trimestre 2021, degli oneri di sistema per il gas naturale, per tutte le utenze, domestiche e non domestiche; il potenziamento del bonus applicato ai clienti domestici del settore elettrico e del gas naturale in condizione economicamente svantaggiata e ai clienti domestici in gravi condizioni di salute.
Malgrado questo intervento, tuttavia, l’aumento previsto per la bolletta dell’elettricità e per quella del gas per il primo trimestre del 2022 sarà, come visto, consistente.

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Gli aumenti delle bollette sono, in buona parte, la conseguenza della crescita delle quotazioni internazionali delle materie prime energetiche e del prezzo della CO2. Certo è che, se il costo dell’energia è definito in buona parte dal costo del gas, si sarebbe potuto annullare l’attuale aumento dei costi grazie a un minor prezzo medio dovuto all’incremento delle rinnovabili.
Negli ultimi anni, invece, lo sviluppo delle rinnovabili non ha avuto una significativa espansione e la potenzialità dell’efficienza energetica, in questo ambito, non si è stabilizzata, malgrado l’obbligatorietà dei bilanci di sostenibilità.
Sarebbe, inoltre, indispensabile il superamento dell’attuale sistema del mercato dell’energia basato sul prezzo marginale, che fa sì che i produttori di elettricità siano remunerati con il prezzo della offerta massima entrata nel pacchetto giornaliero di produzione, riferita al gas (fonti fossili che dovrebbero essere eliminate) e slegata dalle fonti rinnovabili (più economiche).

È improrogabile, altresì, la messa a punto di un sistema elettrico e una rete di distribuzione più efficiente, in grado di utilizzare le nuove tecnologie digitali e di comunicazione e ridurre le spese.
È importante segnalare, inoltre, che la voce di spesa della bolletta “Oneri di sistema” non dipende dall’effettivo consumo di energia e deve essere pagata da tutti i clienti, che siano residenti o non, e qualsiasi sia il fornitore scelto e il contratto sottoscritto e ammonta al 20% del totale. Raccoglie una decina di incentivi che nell’ultima revisione della bolletta sono stati aggregati in due sigle: la componente Asos (pari all’89% dell’importo degli oneri e al 16% dell’intera bolletta), destinata al sostegno delle energie da fonti rinnovabili e [delle?] le imprese energivore e la componente Arim (pari all’11% dell’importo oneri e al 2,53% dell’intera bolletta) destinata all’incentivazione della produzione da rifiuti, alla messa in sicurezza del nucleare, alle agevolazioni per il settore ferroviario, al sostegno alla ricerca, al bonus elettrico, a facilitare l’integrazione delle imprese elettriche minori.
Per Asos, il cambio di sigla non ha fatto venire meno gli incentivi alle assimilate geotermia, biogas, biomasse-inceneriotori, ovvero si continua a finanziare chi produce CO2 e quindi chi inquina.

Da tempo, in Italia, si discute se sia corretto o meno mantenere la componente degli oneri di sistema in bolletta. Risulta poco chiaro il motivo per cui questi oneri debbano essere finanziati direttamente da spese aggiuntive in bolletta e non tramite gettito dalla fiscalità generale. Il calcolo degli oneri dipende direttamente dalla quantità di energia consumata ma non dal reddito (solo sotto un ISEE di 8mila euro si è esenti), e ciò li rende poco progressivi.

La Commissione Tributaria di Varese con la sentenza n. 504 del 16 ottobre 2019 ha, inoltre, affrontato il tema della legittimità dell’assoggettamento ad Iva degli oneri generali di sistema, riscossi mediante la bolletta energetica, pronunciandosi sulla questione relativa alla natura tributaria di detti oneri e riconoscendo il diritto del committente dei servizi di fornitura energetica di richiedere all’Erario il rimborso dell’Iva indebitamente corrisposta, in quanto, avendo natura di imposta (tributo, o contributo che dir si voglia) non può costituire base imponibile di un altro tributo come l’imposta sul valore aggiunto, non essendovi prova di alcun valore aggiunto al servizio specifico reso a quel determinato contribuente-utente.

Manifestazione Energia Alternativa

L’accesso all’energia è misura della libertà dell’uomo, la diffusione delle fonti rinnovabili e il costituirsi delle comunità energetiche che producono e gestiscono la propria energia alternativa, possono sovvertire le regole economiche e gettare le basi per un cambiamento. La messa in questione del sistema energetico e del modo di produrre energia, il come prefigurare una giusta e diversa transizione ecologica che verta sul protagonismo dei movimenti per la giustizia sociale e climatica e di quelli insorgenti che rivendicano nuovi diritti e garanzie sul terreno del lavoro sono i temi affrontati dalla campagna “Per il clima, fuori dal fossile” che, dal 2019, si propone di dare un contributo sostanziale all’abbattimento della CO2 mediante la rapida dismissione dei combustibili fossili (si veda questo documento sul tema).

In ultima analisi, la politica energetica e quindi l’economia politica non possono prescindere da studi e ricerche realizzate dall’ecofemminismo, indispensabili per assumere un modello compatibile con la biosfera capace di dare risposte a tutte le forme differenti di diseguaglianza. La nostra economia politica è basata su un soggetto astratto universale: bianco, borghese, uomo e presumibilmente autonomo che ha definito le categorie della politica, della produzione e dello sviluppo. L’ecofemminismo cerca di “decolonizzare” queste visioni cercando di ricucire il legame con la terra, tra le persone, guardando alla scienza e alla politica con un’umiltà epistemica. Ciò non significa cancellare la civilizzazione, ma interpretare il valore delle conoscenze acquisite senza condizionamenti e pensieri precostituiti.

«No cabe pensar que el colapso social y ambiental venga en nuestra ayuda.
Si no somos capaces de articular movimiento, lo que venga detrás de este capitalismo puede ser aún peor»
Yayo Herrero López (antropologa, ingegnera, docente e attivista ecofemminista)

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