Abbiamo avuto con noi in un recente seminario dedicato da Femminile Maschile Plurale e Maschile Plurale al ddl ZAN, anche Porpora Marcasciano, accanto ad altre voci e opinioni.
Ci è parso del tutto ovvio averla con noi. Per la sua storia, la sua responsabilità politica in quanto presidente del MIT e per l’intelligente coraggio con cui da decenni agisce.
Darle voce era doveroso.
Un dovere che, apprendiamo dall’appello di Porpora, le e i parlamentari non hanno sentito. E’ prassi consolidata che le commissioni parlamentari predispongano audizioni con associazioni, esperti variamente orientati, per approfondire, ascoltare e solo dopo decidere.
Ma il MIT non è stato ascoltato.
Nell’appello di Porpora abbiamo ritrovato alcune informazioni che ci aveva dato nel corso del seminario. Due per tutte.
Le persone trans in Italia sono 400 mila (2019). E’ probabile che il numero non sia diminuito, anzi.
Inoltre l’Italia è al primo posto in Europa per numero di vittime di trans fobia.

Tragici i primati di questa nostra traballante Repubblica, tenuta faticosamente in piedi, fino ad ora, da una Costituzione spesso aggredita.
Le carceri peggiori, dove i diritti umani sono carta straccia, come ci confermano le torture nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
E le persone trans bersaglio, un boccone che il machismo, spesso di colore nero, e il razzismo prediligono.
La Costituzione mette al centro le persone. Tutte, non solo alcune.
E c’è chi vuole fermare il ddl ZAN? Le vite delle persone trans valgono né più né meno della mia. Quindi, la sorte di questa legge mi riguarda.
Intanto, un grato saluto a Porpora. Puoi stare certa, Porpora, che continuerai ad averci accanto.
Paola Patuelli
𝗨𝗻 𝗮𝗽𝗽𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗮𝗶 𝗽𝗼𝗹𝗶𝘁𝗶𝗰𝗶 𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶𝗮𝗻𝗶 𝗱𝗮 𝗽𝗮𝗿𝘁𝗲 𝗱𝗶 𝗣𝗼𝗿𝗽𝗼𝗿𝗮 𝗠𝗮𝗿𝗰𝗮𝘀𝗰𝗶𝗮𝗻𝗼
Onorevoli parlamentari,
il mio è un appello alla vostra umanità e sensibilità prima ancora che alla vostra attenzione in quanto rappresentanti/responsabili politici di questo paese che è anche il nostro.
Mi chiamo Porpora Marcasciano, sono presidente del MIT (Movimento Identità Trans) attivista militante del Movimento LGBT+ dagli anni 70.
La mia voce è la stessa di quattrocentomila persone trans (la stima è dell’Istituto Superiore di Sanità, ferma al 2019) che ora più che mai vi chiedono di non bloccare il Disegno di Legge Zan: esso arginerebbe soprusi e violenze che quotidianamente siamo costrette/i a subire.
Prima di pronunciarvi, vi chiedo di comprendere, o quanto meno approfondire, il significato che ha per noi la famosa “Identità di Genere” tanto discussa nel DDL e quale implicazione essa ha nella nostra vita.
𝗡𝗲𝘀𝘀𝘂𝗻𝗼 𝗰𝗶 𝗵𝗮 𝗰𝗼𝗻𝘃𝗼𝗰𝗮𝘁𝗲/𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝘀𝗰𝗼𝗹𝘁𝗮𝗿𝗲 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝘃𝗼𝗰𝗲, 𝗹𝗮 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗮 𝗲𝘀𝗽𝗲𝗿𝗶𝗲𝗻𝘇𝗮, 𝗶 𝘃𝗶𝘀𝘀𝘂𝘁𝗶 𝗲 𝗶 𝗽𝗿𝗼𝗯𝗹𝗲𝗺𝗶.
Lo avremmo gradito perché 𝗦𝘁𝗮𝘁𝗲 𝗹𝗲𝗴𝗶𝗳𝗲𝗿𝗮𝗻𝗱𝗼 𝘀𝘂𝗹𝗹𝗲 𝗻𝗼𝘀𝘁𝗿𝗲 𝘃𝗶𝘁𝗲.
Bloccare quel DDL ci fa sentire tradite/i, deluse/i, offese/i perché così facendo metterete a rischio la nostra incolumità.
L’odio e la violenza nei nostri confronti sono talmente alti da diventare scontati, una costante oramai radicata nella cultura italiana.
Pensate che l’Italia, secondo l’indice Trans Murder Monitoring di Transrespect versus Transphobia Worldwide, è 𝗔𝗟 𝗣𝗥𝗜𝗠𝗢 𝗣𝗢𝗦𝗧𝗢 𝗜𝗡 𝗘𝗨𝗥𝗢𝗣𝗔 𝗣𝗘𝗥 𝗡𝗨𝗠𝗘𝗥𝗢 𝗗𝗜 𝗩𝗜𝗧𝗧𝗜𝗠𝗘 𝗗𝗜 𝗧𝗥𝗔𝗡𝗦𝗙𝗢𝗕𝗜𝗔.
Insieme a tutta la comunità chiediamo alla vostra coscienza di riflettere perché si tratta delle nostre vite.
Porpora Marcasciano
Appello pubblicato su MIT
6 luglio 2021
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