LE DONNE NON SONO ASSASSINE SONO ASSASSINATE

LE DONNE NON SONO ASSASSINE SONO ASSASSINATE

FMP dà voce agli scritti di una socia storica, straordinaria teorica del femminismo, Lea Melandri, alla quale ci uniamo nella denuncia ragionata e nell’individuazione dei modi possibili per andare oltre e produrre un cambiamento reale. 

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Dixit: Lea Melandri – 16 settembre 2021

Il perturbante: il lato oscuro che sta dietro a tutto ciò che è “noto” e “famigliare”.

Lo “straniero” è dentro casa, è il volto che non conosciamo, o che tentiamo di nascondere a noi stesse, di un marito, di un padre, di una persona a cui si è o si é state legate intimamente.

Contro l’insicurezza e la minaccia che cresce inarrestabile in ambito domestico non ci sono muri, barriere, schieramenti di polizia che contino.

La barbarie che avanza nel nostro paese, fatta di legittimazione e incitamento all’odio razziale, aggressioni dettate l’omofobia, politiche di chiusura nazionalistica, ha la stessa matrice della violenza maschile che ha fatto delle case, della famiglia, dei legami affettivi, il luogo più insidioso per la vita delle donne.

Quanto tempo ancora perché alla domanda rituale su quale è “il movente” di un femminicidio, si sostituisca l’unico concreto interrogativo: “Uomini, perché uccidete le donne?”


VENERDI’ 17 SETTEMBRE 2021 su Radio Tre, nel programma “Tutta la città ne parla” si è parlato delle parole del Papa sull’aborto.

“Fanno discutere le parole molto nette che Francesco ha usato per l’aborto, e sollevano domande sul ruolo della Chiesa

“E’ più di un problema, è un omicidio. Chi fa un aborto uccide, senza mezze parole”, cosi Francesco di ritorno dalla Slovacchia, che ha aggiunto: “E’ giusto assumere un sicario per uccidere una vita umana?”. Le durissime parole del papa cadono come pietre sulle donne e riaprono una discussione che, non solo in Italia, si cerca spesso di riaprire.

Intervengono: Mimmo Muolo, vaticanista di Avvenire, Michela Marzano, editorialista di Repubblica e La Stampa, Vito Mancuso, teologo, Lea Melandri, giornalista, attivista e saggista e Giorgia Serughetti, ricercatrice all’Università di Milano-Bicocca.


Dixit: Lea Melandri – 16 settembre 2021

SI CHIAMA “INCITAMENTO ALL’ODIO”

“L’aborto è omicidio” ( Papa Bergoglio)

Non bastava un femminicidio al giorno per capire quanto odio passa in quel rapporto tra i sessi che ancora chiamiamo amore.

Il Papa, di ritorno dall’incontro con Orban, noto per le sue posizioni antisemite e politiche antiabortiste, ci ha messo il suo sigillo: una violenza peggiore di quella manifesta, perché passa invisibile attraverso la comunicazione, il senso comune, e, in questo caso, attraverso la parola autorevole di chi si considera il rappresentante di dio in terra.

Le parole del Papa oggi si aggiungono purtroppo a quella dei politici e delle associazioni che dietro il simbolo della croce, dello slogan “pro vita “, alimentano l’odio e cercano di far passare la loro profonda misoginia attraverso le leggi.

Delle donne si dice che sono “egoiste” se non desiderano avere figli.

Non si dice che la maternità è stata a loro imposta per secoli e usata come pretesto per escludere dalla vita pubblica.

Si dice che sono “assassine” se decidono di abortire.

Non si dice che quelli che per gli uomini è stato solo un piacere, ottenuto spesso con la forza, per le donne è una gravidanza indesiderata e la nascita di un figlio che cambierà la loro vita.

Si dice che sono “zoccole” se si oppongono alla violenza di mariti, padri, fratelli dentro le case, e alle leggi che vorrebbero impedire loro di denunciarla, come è accaduto i tempi non lontani a un convegno della Lega col senatore Pillon.

Quello che non si dice è che il dominio sulle donne è il fondamento di tutti gli orrori, dalle guerre alle stragi, dal classismo al razzismo, ai nazionalismi, ai genocidi, di cui il patriarcato ha riempito la storia.

Promemoria:

-le donne non si mettono incinte da sole, ma l’aborto resta inspiegabilmente una “questione femminile”;

-sessualità e maternità sono al centro del rapporto di potere tra I sessi, ma l’aborto resta una “questione morale” e non una “questione politica”.


Dixit: Lea Melandri – 15 settembre 2021

In vista della Giornata internazionale dell’ aborto del 28 settembre.

Ripetita iuvant

“La violenza sulle donne, l’integralismo antiabortista, le molestie, i ricatti sessuali sul lavoro, emergono oggi non a caso in una forma arcaica e selvaggia – potere di vita e di morte – di fronte alla libertà delle donne che molti uomini sono incapaci di tollerare, altri tollerano in silenzio, altri evitando di alzare gli occhi e la voce contro la barbarie assassina dei loro simili.

Gli attacchi alla libertà femminile si può dire che hanno passato il limite, legittimati nel nostro paese da quel misto di sessismo, razzismo che viene dal cattolicesimo integralista e da governanti preoccupati di proteggere la purezza della “stirpe italica”. Le voci che si fanno sentire sono quelle dei politici e della associazioni che dietro al simbolo della croce, dello slogan “pro vita”, alimentano l’odio e cercano di far passare la loro profonda misoginia attraverso le leggi. “

“Quando la campagna contro l’aborto, e quella contro l’educazione di genere nella scuole diventano l’arma ideologica più facile di un partito, come la Lega, che cerca consensi pescando dentro secolari pregiudizi sessisti, razzisti e omofobi, è il momento di chiedersi se non è proprio il cambiamento del rapporto tra i sessi, la crisi di un patriarcato sicuro finora dei suoi privilegi, accanto al protagonismo che stanno avendo le donne nelle battaglie.”

contro ogni forma di violenza e di sfruttamento, alla base della barbarie in atto.”


Dixit: Lea Melandri – 15 settembre 2021

Misoginia ecclesiastica

Oggi nessun femminicidio o stupro, di cui si abbia notizia.

A non lasciare passare la giornata senza la quotidiana dose di odio contro le donne ci pensa Papa Bergoglio, così sensibile nei confronti di tutti gli oppressi della terra, così politicamente tagliente quanto si tratta di ingiustizia sociale, è profondamente

misogino da stigmatizzare nel modo più violento le donne che decidono di interrompere una gravidanza indesiderata, avvalendosi di un diritto garantito dalla legge n

Le ha definite “assassine”, paragonando l’aborto all’atto di pagare un sicario per far fuori il figlio.

Si possono uccidere le donne in tanti modi, anche senza pistole o coltelli. Ci sono parole, soprattutto se dette da chi pensa di essere il massimo rappresentante di dio in terra, che colpiscono più a fondo, nel momento in cui additano una donna al linciaggio.

Che altro aspettarsi da una comunità di soli uomini che si proclama Santa Madre Chiesa?

p.s. Rettifica: un altro femminicidio oggi nel Vicentino


A PROPOSITO DELLA PALOMBELLI

Vogliamo riproporvi l’intervista a Propaganda Live di Sabina Guzzanti

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