Lea e Papa Bergoglio

In seguito alla lettura del bell’articolo di Lea Melandri, apparso su “Il Riformista” del 9 febbraio 2022, vorrei esprimere alcune brevi considerazioni.

La prima su come Lea conclude l’articolo: – Grazie “compagno” Bergoglio -.

A qualcuno può sembrare eccessivo o inappropriato, ma per un Papa che denuncia con forza i mali della nostra società e l’indifferenza verso le guerre, le ineguaglianze e le povertà, non credo che si offenda nell’essere riconosciuto in modo così confidenziale, riflesso dell’empatia che sa trasmettere.

Bergoglio rivoluzionario? Certo, denunciare la “mondanità della Chiesa” quale causa del clericalismo -“perversione, che crea rigidità e putredine”- sono affermazioni forti e decisive. Cadranno nel vuoto?

Un altro aspetto che mi ha coinvolto molto è la sua umanità. Manifestata con semplicità e umiltà quando dichiara di non saper rispondere alle sofferenze dei bambini o quando dice di non sentirsi Santo come altri Papi e rinuncia ad abitare nel palazzo pontificio per rimanere più vicino alla gente.

Ma, tornando a Lea e al suo confronto “con la fede di una credente senza religione”, mi coinvolge nelle sue riflessioni profonde e nel rapporto che si può instaurare col femminismo. Su quest’ultimo aspetto trovo una certa corrispondenza con quanto ha scritto Bell Hooks su “Il femminismo è per tutti”, nel capitolo “Spiritualità femminista”. Anche lei dice che “nella pratica spirituale le donne hanno trovato un luogo di consolazione e un rifugio”, nonostante il sessismo delle religioni dominate dagli uomini.

Installazione  Biennale di Venezia 2017 (Arsenale) Um sagrado lugar (“Un luogo sacro”) del brasiliano Ernesto Neto (Rio de Janeiro, 1964).

Ancora oggi si pensa che il femminismo sia anti-religione, ciò vale nei confronti della religione sessista e patriarcale, che va combattuta e riformata. Un tema ancora ostico in diverse anime del femminismo.

Scrive Bells: “non può esserci una trasformazione femminista della nostra cultura senza una trasformazione delle nostre convinzioni religiose”. In questa direzione hanno compiuto passi enormi le femministe nello studio e nelle riletture dei testi sacri, avallando quanto afferma Bells: “Non esiste alcun conflitto tra femminismo e spiritualità cristiana”.

Una spiritualità che va “oltre” e ti libera dai limiti e condizionamenti dettati dalle ideologie, dalle dottrine radicali, dalle convenzioni sociali. Una “liberazione spirituale” che non potrà che confluire nella “liberazione personale”.

Ivan Morini

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