L’estate italiana dei femminicidi 2021 inizia con un delitto che turba particolarmente per dinamica ed età dei soggetti coinvolti: 15 e 16 anni. Leggendo i resoconti ci si domanda, nella totale incredulità, da dove provenga tanta violenza, una ferocia immotivata e assurda in una mente e in un corpo così giovane e nuovo su una altrettanto giovane adolescente; poi scopriamo che, da giugno ad ora, si sono succeduti altri 28 delitti del tipo denominato “femminicidio”.
“Femminicidio” poiché ormai è chiarito anche al senso comune che si tratta di omicidi perpetrati da un individuo di sesso maschile su un individuo di sesso femminile per motivi basati sul genere. I femminicidi sono l’espressione più eclatante della violenza agita contro il genere femminile, che lede i diritti umani e da cui emerge chiara la manifestazione di rapporti di forza storicamente inuguali, di una pratica di discriminazione e intimidazione da parte degli uomini che costituisce un ostacolo al pieno progresso delle società.
Se dovessimo dunque misurare lo sviluppo della società italiana dai numeri che abbiamo raccolto anche solo in quest’estate che va a terminare dovremmo prendere atto di una realtà davvero preoccupante, di più, allarmante: nel solo mese di settembre altri 8 omicidi, quasi uno al giorno, 05/09 Chiara a Verona, 08/09 Ada a Catania, 09/09 Angelica a Cagliari, 09/09 Eleonora a Napoli, 10/09 Rita a Vicenza, 13/09 Sonia a Cosenza, 13/09 Giuseppina a Brescia, 15/09 Alessandra ancora a Vicenza, un bollettino di guerra, un bilancio di sangue inaccettabile!!!!
Andando a guardare meglio ogni vicenda quasi tutte queste donne, delle quali veniamo a conoscenza di nomi e volti dai comunicati stampa e sui tg locali e nazionali, sono state ammazzate da mariti ed ex compagni, fidanzati, conoscenti cioè in un ambito affettivo, familiare o di prossimità. Il lato più spietato del patriarcato è quindi attivo qui, da noi, non solo in lontananza, in paesi stranieri sottosviluppati. Il dato si mostra in tutta la sua evidenza e allora perché non ci allarmiamo???
Perché la società civile non si mette in fibrillazione e le istituzioni italiane non assumono misure concrete e utili, adatte ad affrontare un tale stato di cose che si conferma amaramente da anni identico a se stesso?
Perché sembriamo permanere in uno stato di passività, adattamento, abitudine, indifferenza ed assuefazione di fronte a questo vistoso e grave squilibrio del nostro vivere comune: una strage con cui conviviamo, un atroce elefante nella stanza col quale coabitiamo facendo finta di niente? FMP da anni impegnata nella presa in carico dei temi che riguardano il genere, proprio perché in questi in particolare ha individuato i nodi centrali e fondamentali su cui occorre lavorare per rinnovare la cultura, le istituzioni, il vivere civile, di fronte a tali avvenimenti prende posizione.
In linea con l’instancabile attività di decodificazione e critica di cui è promotrice da anni FMP dà voce agli scritti di una socia storica, straordinaria teorica del femminismo, Lea Melandri, alla quale ci uniamo nella denuncia ragionata e nell’individuazione dei modi possibili per andare oltre e produrre un cambiamento reale.
UOMINI PERCHÉ UCCIDETE LE DONNE?
Femminicidi, 7 donne uccise neglI ultimi 7 giorni
NON È UNA EMERGENZA, È LA RICORRENZA SANGUINOSA, CRIMINALE, DI UNA VIOLENZA MASCHILE CONTRO LE DONNE CHE OGGI ESPLODE NELLA SUA FORMA PIÙ ARCAICA COME POTERE DI VITA E DI MORTE DI FRONTE A UNA LIBERTÀ FEMMINILE CONQUISTATA CON FATICA DOPO MILLENNI DI SCHIAVITÙ. NON UNA COLPA MA UNA VERGOGNA PER TUTTI GLI UOMINI CHE OGGI NON RIESCONO A INSORGERE E A DIRE:”CI RIGUARDA “.
Lea Melandri – 13/09/2021
La strage infinita..
“Femminicidio, donna uccisa nel Bresciano dall’ex marito
L’uomo l’ha colpita più volte con un coltello sulle scale della palazzina.”(La Stampa 13/09/21)
Gli uomini uccidono le donne -mogli, fidanzate- quando decidono di separarsi.
Evidentemente non è solo il potere e l’idea ereditata da millenni di patriarcato che la donna sia “per natura ” una loro proprietà, a spingerli ad ammazzare. C’è la dipendenza di un sesso che si è creduto ‘libero’ nella vita pubblica perché ha delegato la sua sopravvivenza affettiva e materiale ( la cura e il lavoro domestico) all’altro sesso. Intollerabile non è solo lo scacco di chi non ha mai dubitato del suo privilegio, la ferita narcisistica alla virilità, ma anche la scoperta Intollerabile di una dipendenza e precarietà finora rimossa.
Il silenzio della quasi totalità degli uomini su questa barbarie che interessa una cultura segnata dal dominio maschile in tutta la sua ambiguità e le sue contraddizioni, ha solo un nome ormai: CONNIVENZA.
Lea Melandri – 13/09/2021
Considerare la violenza manifesta, il femminicidio e lo stupro, come un fenomeno estremo, è un modo facile per lasciare in ombra quei modelli culturali, più o meno consapevoli, che strutturano ruoli e comportamenti di uomini e donne, e che raramente perciò vengono chiamati in causa e analizzati. Più efficace, per prevenirla, sarebbe indagarne le radici profonde, a partire da quelle che armano la mano dell’aggressore, farne l’occasione per rimettere in discussione modelli stereotipati di genere, di socialità, di relazione tra i sessi, dati come “naturali”
Lea Melandri – 09/09/2021 Il Riformista