Femminile Maschile Plurale Cenni Letterari Michelle Perrot, Il tempo dei femminismi. La storia delle donne come autobiografia

Michelle Perrot, Il tempo dei femminismi. La storia delle donne come autobiografia

in collaborazione con Eduardo Castillo, Roma, Donzelli Editore, 2024

Nella primavera del 2021 Eduardo Castillo, ex studente di Michelle Perrot del
campus universitario di Jussieu negli anni Ottanta, chiede alla ex docente di
avviare una serie di conversazioni sul femminismo e sulla storia delle donne,
storia di cui aveva seguito con entusiasmo le prime lezioni. Il libro restituisce
gli interrogativi di un uomo «risolutamente femminista che analizza
l’evoluzione, persino la rivoluzione, dei rapporti tra i sessi nella società
contemporanea» 1 . Michelle Perrot accoglie l’idea e per tutta l’estate del 2021
tengono conversazioni; la storia delle donne, in particolare del femminismo,
sarà l’asse portante del libro. «In una narrazione insieme intima e collettiva,
che unisce l’autobiografia alla storia, la filosofia all’attivismo politico, Michelle
Perrot ricostruisce il percorso che l’ha portata, giovane studentessa nella
Parigi degli anni sessanta, a diventare una storica e una femminista, e a
scegliere di fare della storia delle donne il centro della propria ricerca.
Quando era bambina, ricorda Perrot, suo padre le diceva sempre di non
sposarsi troppo presto. Il suo desiderio più grande era quello di essere come
tutti gli altri, di non essere diversa dagli uomini. Questo libro è l’occasione per
1 Michelle Perrot, Il tempo dei femminismi. La storia delle donne come autobiografia, in collaborazione con
Eduardo Castillo, Roma, Donzelli Editore, 2024, p. 4.

guardare indietro e ricostruire la propria vita, riannodando il filo che
dall’attivismo cristiano della sua giovinezza l’ha condotta al femminismo,
passando attraverso il comunismo. Prima professoressa a insegnare la storia
delle donne in Francia, Michelle Perrot ci accompagna in un viaggio lungo
l’epopea del femminile, consentendoci di esplorarne tutte le ramificazioni: la
storia della battaglia per l’uguaglianza, la storia del patriarcato, la storia del
movimento femminista e del grande dibattito che lo percorre e lo anima – un
dibattito continuo, relativo ai corpi, al tema del genere, all’opposizione tra
universalismo ed essenzialismo nel rapporto con l’altro sesso, all’idea di
sorellanza – fino ad arrivare al movimento #MeToo. Il pensiero illuminante di
Michelle Perrot, che non tralascia nulla anche rispetto alle questioni più
spinose, ci permette di decostruire e talvolta anche di superare le divisioni del
femminismo contemporaneo, dando la misura della profondità storica delle
lotte che ancora oggi percorrono le nostre società» 2 .
Il I capitolo del libro è un Saggio di ego-storia (pp. 11-25) in cui Perrot
racconta il suo percorso di storica distinto dal suo impegno di militante
femminista. «La storia è uno strumento di comprensione, di ricerca di una
verità, è un esercizio ambizioso ed esigente. Offre strumenti per criticare e
anche per pensare contro noi stessi. Una posizione può essere smentita
grazie allo studio dei fatti: bisogna diffidare di sé, ammettere di poter
sbagliare» 3 . Scrivere la storia delle donne è il titolo del secondo capitolo
(pp. 27-54) che indaga su come sono state cercate e quali siano state le
fonti; viene inoltre presa in considerazione la questione delle
rappresentazioni. Molto importante è la traccia delle donne attraverso il
processo creativo. «Fare la storia delle donne significa mostrare la loro
presenza, la loro dipendenza, cosa hanno compiuto, cosa hanno rifiutato…
Ma questo non può essere separato da un’analisi globale. In ogni epoca si
tratta di vedere il posto rispettivo degli uomini e delle donne, il ruolo degli uni
e delle altre, il loro potere, i loro mestieri e ciò che li separa, li differenza o li
riunisce in ogni ambito: il sapere, il potere, la sensibilità, la creazione. La
differenza è l’aspetto interessante da analizzare. Fa luce sulla storia degli
uomini tanto quanto sulla storia delle donne» 4 .
La storica francese affronta di seguito il tema della Persistenza del
patriarcato (capitolo III, pp. 35-85), affermando che «l’uguaglianza è lungi
dall’essere conquistata e alla prima crisi rischia di essere rimessa in
discussione. Se alcuni paesi hanno fatto importanti passi avanti in termini di
uguaglianza su alcune questioni, non è così in tutto il mondo, dove la
condizione delle donne resta difficilissima e il patriarcato continua a essere
una realtà molto viva» 5 .

2 Ibid., aletta anteriore di copertina.
3 Ibid., p. 22.
4 Ibid., p. 54.
5 Ibid., p. 85.

Il IV capitolo (pp. 87-112) è una Breve storia del femminismo, aspetto
nodale della storia delle donne. «In entrambi gli ambiti gli studi sono
progrediti notevolmente nel XX secolo, soprattutto in Francia, e la biografia è
ormai consistente» 6 . Nella sezione Dal corpo al genere (capitolo V, pp. 113-
124) Perrot analizza le rivendicazioni delle donne relative al loro corpo,
basate anche su riflessioni teoriche riguardanti le differenze tra i sessi. Il
genere è inteso come uno dei tanti strumenti di comprensione forniti dalla
storia e dalle scienze sociali per capire le trasformazioni dell’umanità nel
tempo. Le due concezioni del femminismo, l’una universalista e l’altra
differenzialista, o essenzialista, vengono analizzate nel VI capitolo dal titolo Il
dibattito sull’universale. Nel XIX secolo riguardo all’idea di «essenza
femminile», in cui le universaliste «rifiutavano di lasciarsi rinchiudere in una
visione che le avrebbe destinate a una femminilità-prigione» 7 , le
essenzialiste, invece, «dichiaravano che, seppur si trattasse della stessa
idea che le aveva imprigionate, era tuttavia necessario farla propria, e
inventare nuove modalità di azione, invece di imitare gli uomini» 8 . Il dibattito
metodologico non è ancora concluso, ma, secondo Perrot, universalismo ed
essenzialismo possono essere conciliati. «È possibile fare una storia delle
donne che ricerchi le loro tracce, le loro opere, senza mai dimenticare che le
donne hanno vissuto in un contesto storico in cui poi quelle opere, quelle
parole e quelle azioni devono essere collocate» 9 . Il VII capitolo #MeToo, dal
singolare al collettivo parla del movimento a sostegno delle vittime di
violenza sessuale, avviato nel 2006, a New York, negli ambienti svantaggiati
di Harlem, da Tarana Burke e della solidarietà internazionale, che si è diffusa
in modo virale nel 2017, quando l’attrice Alyssa Milano si fa portavoce, con lo
slogan Me Too, di milioni di donne che non osavano parlare delle forme di
molestie subite.
«Con il #MeToo si passa da un fatto che riguardava una singola persona a
un fenomeno sistemico, dando una dimensione collettiva a ciò che era
puramente individuale, collocandolo all’interno di un insieme, di una
sorellanza: la mia storia non è solo la mia, è quella di molte altre donne» 10 . Il
capitolo A mo’ di conclusione. Allegro ma non troppo (pp. 159-167) è una
riflessione finale sul femminismo e sulla sua storia, «intrecciata a quella delle
società, che esprime e trasforma» 11 , con un ammonimento in chiusura:
«nessuna conquista deve mai essere data per scontata, è necessario essere
vigili. Come ha detto Suzana Faludi in Backlash. The Underclared War
Against American Women (1992), un contraccolpo è sempre possibile, anzi

6 Ibid., p. 87.
7 Ibid., p. 129.
8 Ibid., p. 129.
9 Ibid., p. 127.
10 Ibid., p. 150.
11 Ibid., p. 159.

prevedibile. I cambiamenti nelle relazioni tra i sessi hanno conseguenze
sociali e persino antropologiche di vasta portata, che non è facile misurare» 12 .

Michelle Perrot (Parigi, 1928), storica, professoressa di storia
contemporanea presso l’Università di Parigi VII-Jussieu (1974-1993);
dal 1993 professoressa emerita presso la stessa università. Esponente
di spicco della nuova storia sociale francese, ha dedicato alla storia del
lavoro e del movimento operaio i suoi primi studi: Les ouvriers en
grève. France, 1871-1890 (2 voll., 1974). In seguito ha condotto ricerche
anche sulla storia della devianza e dei sistemi repressivi, in collabazione
con Michel Foucault, con cui ha pubblicato Le panoptique ou l’Œil du
Pouvoir (1977). Sull’argomento ha pubblicato anche Les ombres de
l’histoire. Crime et châtiment au XIX e siècle (2001). Ha concentrato gran
parte della sua produzione scientifica nel campo della storia della vita
privata e della storia delle donne, di cui è tra le maggiori rappresentanti
a livello internazionale. In questo ambito ha pubblicato numerosi saggi,
nonché la raccolta di articoli Les femmes ou les silences de
l’histoire (1998), e ha diretto con Georges Duby l’opera Storia delle
donne in Occidente (5 voll., 1990-1992; trad. it. 1991-1994); Oire de
chambres, Paris, Éditions Seuil, 2009 ha vinto il Prix Femina Essai 2009.
Tra le sue pubblicazioni successive: Mon histoire des femmes (Paris,
Éditions Points, 2006) e Histoire de chambres (Paris, Éditions Seuil, 2009,
trad. it. Storia delle camere, Palermo, Sellerio, 2011).
Eduardo Castillo, giornalista e scrittore, autore di Chili, 11 septembre 1973.
La démocratie assassinée, Paris, Arte-Le Serpent à plumes, 2003, ha curato
l’opera collettiva Pourquoi Camus, Paris, Éditions Philippe Rey, 2013.

12 Ibid., p. 166.