Andrea Segrè, Ilaria Pertot, La spesa nel carrello degli altri. L’Italia
e l’impoverimento alimentare, prefazione del Cardinale Matteo
Maria Zuppi, Milano, Baldini+Castoldi, 2024
Recensione di Marina Mannucci
Il nuovo saggio dell’economista Andrea Segrè e della patologa delle piante
Ilaria Pertot, è una ricerca approfondita sulla realtà della povertà alimentare
in Italia e chiama all’azione. Per contrastare questo fenomeno è necessaria,
infatti, una mobilitazione delle istituzioni, delle famiglie e delle scuole per
garantire il diritto universale a un’alimentazione adeguata, sicura e
sostenibile: uno ius cibi. «Dando voce a tredici storie di sopravvivenza
alimentare ed esistenziale, [il libro] mira a rendere concreta la dimensione
umana dietro le crude statistiche. La povertà non è infatti una categoria
astratta, né la si può ricondurre solo a dei numeri. Anzi, dalle indagini
condotte dagli autori emerge un quadro variegato e complesso, che mette in
luce un impoverimento alimentare generalizzato. Nonostante in Italia
l’alimentazione occupi una parte importante della narrazione collettiva e
dell’economia, paradossalmente il cibo sta perdendo progressivamente il suo
valore. Tanto che viene sprecato in grande quantità» 1 . Attraverso le
tredici “microstorie” Segrè e Pertot descrivono le difficoltà di pensionati/e che
devono scegliere tra acquistare cibo o pagare le bollette, di disoccupati/e,
che vivono l’insicurezza della mancanza di reddito. Emergono inoltre i
problemi delle famiglie monoreddito e dei monogenitori che, a causa di
risorse scarse, faticano a garantire ai propri figli un pasto dignitoso. «Il
quadro che ne esce è sconvolgente e va ben oltre le statistiche ufficiali che
enumerano la povertà alimentare in Italia: la platea, è, in realtà, molto più
ampia. Gli autori dimostrano come la nostra società stia vivendo un
drammatico e crescente “impoverimento alimentare” che comprende,
incrocia, somma e moltiplica altre forme di povertà. Non solo quella
economica, ma anche la povertà educativa, sociale, culturale, relazionale e
alimentare. […] Così, nonostante occupi una parte importante della
narrazione collettiva, il cibo assume sempre meno valore. Tanto che se ne
spreca in grande quantità, con quella deformazione tipica del benessere e
della facile stoltezza conseguente che ne sia disponibile in quantità
illimitata» 2 . Il saggio, oltre a mettere in luce fenomeni come il precariato e il
lavoro sottopagato, svela una realtà preoccupante, destinata a peggiorare,
con proiezioni che indicano un aumento dell’insicurezza alimentare del 27%
nel Sud e addirittura del 65% nelle aree rurali entro il 2025 3 . Segrè e Pertot
suggeriscono soluzioni concrete per affrontare e invertire queste tendenze
negative che necessitano «di interventi di medio e lungo termine che
affrontino, a monte e strutturalmente, il problema del generale impoverimento
della società italiana. […] è solo con una visione organica dell’effetto
combinato dei diversi fattori in gioco che è possibile sviluppare strategie
multi-approccio e multidisciplinari» 4 . Per far questo è indispensabile
conoscere gli sviluppi nazionali e internazionali intrapresi dall’Italia e che ne
vincoleranno gli orizzonti anche futuri. In chiusura, gli autori auspicano, come
provvedimento straordinario e laico, un passaggio dalle politiche globali alle
politiche locali (del cibo). A seguito della crescita progressiva del tasso di
urbanizzazione, il contrasto all’impoverimento alimentare dovrà essere
declinato su scala locale, perché solo le comunità potranno farsi carico di
scelte e azioni commisurate a necessità e conoscenza del contesto reale. Un
provvedimento che si pone come punto di partenza è lo ius cibi, il
riconoscimento del diritto al cibo, «ovvero di un’alimentazione adeguata,
sufficiente, nutriente, compatibile culturalmente» 5 . Come del resto previsto
anche dalla Dichiarazione universale dei diritti Umani 6 . «[…] lo ius cibi va
innanzitutto riconosciuto a livello locale, negli statuti e nei regolamenti dei
Comuni dove il suo rispetto può realizzarsi concretamente, in quanto le
comunità territoriali possono essere capaci di intercettare direttamente i
bisogni delle persone e sono dotate di una sufficiente autonomia
amministrativa». 7 L’assunzione dello ius cibi, come scelta alimentare della
comunità, comporterebbe una forma di cittadinanza alimentare che oltre a
soddisfare un bisogno primario avrebbe ripercussioni politiche, economiche,
sociali, agricole, ambientali, nutrizionali e sanitarie. Ultimo suggerimento degli
autori è di considerare il cibo come bene comune, incentivando le molte
pratiche che sono state attivate anche fuori dalle logiche di mercato.
Naturalmente «Alla base del riconoscimento del diritto al cibo e dei princìpi a
esso connessi vi è l’educazione alimentare, pilastro fondamentale per
contrastare l’impoverimento alimentare» 8 . Il “provvedimento” proposto dagli
autori consiste nell’adozione «di una politica alimentare urbana riconosciuta e
condivisa dalla stessa comunità di riferimento e attuabile con gli strumenti già
disponibili a livello istituzionale e amministrativo locale. […] Agirebbe da
“spinta gentile” sui comportamenti, orientandoli verso stili di vita più sani e
sostenibili, a partire dall’alimentazione» 9 .
Andrea Segrè è professore ordinario di Economia circolare e politiche per lo
sviluppo sostenibile all’Università di Bologna (dal 2000), preside della Facoltà
di Agraria (2005-2012) e direttore del Dipartimento di Scienze e Tecnologie
agroalimentari (2012-2015). Fondatore di Last Minute Market-impresa
sociale, spin off accreditato dell’Università di Bologna, ideatore della
campagna Spreco Zero e direttore scientifico dell’Osservatorio Waste
Watcher International. Presidente della Fondazione Edmund Mach di San
Michele all’Adige (2015-2020) e del Centro Agroalimentare di Bologna (2012-
2022). Consigliere speciale del Sindaco di Bologna per le Politiche alimentari
urbane e metropolitane (dal 2022). Premio internazionale Pellegrino Artusi
(2012), San Giusto d’Oro (2020), Premio Internazionale Don Pino Puglisi
(2022), Premio Sostenibilità Confcooperative FVG (2024). Ultimi
saggi: Parole del nostro tempo (con il Card. Matteo Zuppi, 2020); D(i)ritto al
cibo (2022); Lo spreco alimentare in Italia e nel mondo. Quanto, cosa e
perché (a cura di Andrea Segrè e Enzo Risso, 2023), Globesity. La fame del
potere (2024).
Ilaria Pertot è professoressa ordinaria di patologia vegetale, delegata alla
comunicazione scientifica del Centro Agricoltura Alimenti Ambiente,
Università di Trento. Durante la sua carriera di ricercatrice si è occupata
principalmente di ricerca e sviluppo di alternative ai pesticidi, di metodi di
produzione sostenibile e dell’effetto del cambiamento climatico sulle piante e
sui loro parassiti. È autrice di più di duecento pubblicazioni scientifiche e di
vari libri tecnici e divulgativi per l’agricoltura. Ha svolto la sua attività di ricerca
in prestigiosi centri negli Stati Uniti (UC Berkeley), Svizzera (Politecnico
Federale di Zurigo) e Israele (Volcani Center). Con Andrea Segrè ha
pubblicato il racconto E poi? Scegliere il futuro (Milano, Edizioni Ambiente,
2021).
1 Andrea Segrè, Ilaria Pertot, La spesa nel carrello degli altri. L’Italia e l’impoverimento alimentare,
prefazione del Cardinale Matteo Maria Zuppi, Milano, Baldini+Castoldi, 2024, risvolto di copertina.
2 Ibid., p. 16.
3 Dati di Waste Watcher International Observatory on food and sustainability, in Spreco zero,
https://www.sprecozero.it/waste-watcher/ [ultima consultazione: 9 ottobre 2024].
4 A. Segrè, I. Pertot, La spesa nel carrello degli altri…, cit., pp. 168-169.
5 Ibid., p. 173.
6 Assemblea generale delle Nazioni Unite, Dichiarazione universale dei diritti umani, Parigi, 10 dicembre
1948.
7 A. Segrè, I. Pertot, La spesa nel carrello degli altri…, cit., p. 174.
8 Ibid., p. 178.
9 Ibid., p. 179.