a cura di Marina Mannucci
Francesco Ferrini, Ludovico Del Vecchio, La terra salvata dagli alberi, con
una nota di Emanuele Biggi, Roma, Edizioni Ellio, 2020
Senza gli alberi, senza l’ossigeno che producono, gli esseri umani non
esisterebbero; le specie vegetali, invece, in assenza di ciò che è prodotto
dagli umani, probabilmente vivrebbero meglio. Nel susseguirsi delle ere
geologiche gli alberi si sono adattati a vivere accanto agli altri esseri viventi
grazie anche a relazioni mutualistiche con batteri e altri organismi e, pur non
sembrando essere organismi consapevoli, sono senzienti e attivano strategie
di sopravvivenza.
Il professore di Arboricoltura, Francesco Ferrini, e lo scrittore di “green
thriller”, Ludovico Del Vecchio, hanno unito le forze per parlare, con La
terra salvata dagli alberi (con una nota di Emanuele Biggi, Roma, Edizioni
Elliot, 2020), dell’alleato più prezioso nella lotta per sopravvivere a noi
stessi: l’albero, compagno silenzioso dell’umanità, la cui storia precede e
affianca la nostra.
«Il mondo non sa ancora abbastanza di questi esseri straordinari, capaci di
azioni che a noi appaiono ogni giorno portentose e magiche, come quella di
vivere e diventare enormi su terreni inospitali, all’apparenza senza risorse 1 .
[…] Questi giganti verdi, solo all’apparenza immobili ma per nulla inerti, sono
le vere sentinelle del mondo, coloro che controllano la vita sulla Terra (e
anche negli oceani, sebbene in modo vicario), e diventano la chiave della
nostra sopravvivenza» 2 .
Gli autori del libro indicano la necessità di «mutare radicalmente la nostra
visione della vita sulla Terra per arrestare la rovinosa caduta lungo la china
che porta alla distruzione del pianeta 3 . […] Prendere le giuste decisioni in
questi momenti cruciali può influenzare la salute e il benessere del pianeta
per generazioni e generazioni» 4 .
Quindi, ci suggeriscono gli Autori, è necessario piantare alberi invece di
capitozzare quelli esistenti perché è indispensabile abbattere l’eccesso di
immissioni nocive nell’atmosfera. Dobbiamo, inoltre, imparare dagli Alberi:
«Non ergono confini, sono accoglienti, amorevoli, accolgono tra le loro fronde
tanti diversi esseri viventi. Sono come stazioni di posta, trampolini di lancio
da un continente all’altro di uccelli migratori o rifugi sicuri, per tutta una vita di
specie più pigre» 5 .
1 Francesco Ferrini, Ludovico Del Vecchio, La terra salvata dagli alberi, con una nota di Emanuele Biggi,
Roma, Edizioni Ellio, 2020, p. 14.
2 Ibid., p. 15.
3 Ibid., p. 167.
4 Ibid., p. 172.
5 Ibid., p. 175.